Continuo a leggere delle parole da salvare, il progetto di Zanichelli Editore che sarà anche a Bari a fine ottobre. Coincidenza, stamattina tra i ricordi mi appare una frase di Castaneda in cui all’opposto, sono le azioni a essere esaltate. Perché anch’esse possono fornire una nuova descrizione del mondo. Il suo consiglio suona come “Taci e Agisci. Di suoni simili, omofonie (quell’om anticipa già qualcosa) si parlava ieri durante il break della lezione di bodysculpt. Una pausa necessaria e voluta che ci permette di riprendere fiato, ma anche di scambiarci impressioni su qualcosa. Per i voli pindarici a cui ci costringe il nostro istruttore bisogna avere competenze pressoché su ogni argomento. E se ti scopre impreparato, ti inviterà a un approfondimento da condividere in seguito col gruppo. Insomma, dall’esterno sembra che io vada semplicemente in palestra, in realtà non smetto di studiare (e sorprendermi). Così ieri sera, non so come (perché avevo le attività cerebrali ridotte al minimo necessario per la sopravvivenza) il Mister cita Home, intendendo “il ritorno a casa” che per estensione voleva assimilare l’idea di un porto sicuro – credo -, ma io – con zero attività neurali, appunto (sic!) – ho capito “OM”. Per un attimo quell’Home e OM si sono trovati in un crocevia insolito, tra un deck e un bilanciere, in mezzo a tanta anidride carbonica prodotta da gente in affanno. Om è un mantra sacro, si dice che sia il suono primordiale dell’Universo. Il suono dell’Atman (Dio, o anima) che ha originato ogni cosa. Nella tradizione induista l’OM è detto Pranava: sostiene tutta la vita e scorre attraverso il respiro. [continua da Facebook / Instagram] -> Riporto testualmente: “recitare la OM consente di riconnettersi con la saggezza dell’Universo, con la fonte. La pratica, cioè il ripetere (almeno 21 volte) questa sillaba, aiuta a rimuovere tutti i pensieri ridondanti e inutili, a eliminare le distrazioni, a liberare le emozioni che bloccano il nostro agire armonioso; porta nuovo benessere e pace nel corpo”. Siccome gioco continuamente con le associazioni ho pensato che il semplice fatto di respirare mi riporta a casa, nel “grembo” della creazione. Non sarà neanche un caso che la pronuncia finale, il suono M, rimandi per omofonia (ecco), al primo suono che tutti siamo in grado di riprodurre: Mamma. Ieri sera, avendo avuto il compito a casa, cercavo tra le spiegazioni del simbolo (riportato in foto), una specie di 3 panciuto. Trovo così una lettura molto originale di una persona che per oltre dieci anni è andato in cerca del perché il simbolo dell’Om fosse stato pensato così. Gli dà una lettura matematica attingendo alla sua tesi di laurea sulle geometrie non euclidee. In pratica uno dei postulati più famosi di Euclide (“Due rette su un piano non si incontrano mai”) pare sia stata integrata da un modello geometrico sferico elaborato da Riemann, che sostiene che il percorso più breve tra due punti è una curva. Il nuovo postulato diventa pertanto “Due rette qualsiasi di un piano hanno sempre almeno un punto in comune”. Siamo tutti improbabilmente e invariabilmente connessi. E non intendo via social. Tornando all’autore del post, lui immaginava trasposta la nostra realtà tridimensionale, così come siamo abituati a percepirla, sul simbolo dell’OM composto di 3 elementi (punto, retta, piano). Associandovi le idee della sua tesi di laurea, ne è emerso che quel grande 3 possa essere un piano cartesiano dove appunto, per la geometria sferica di Riemann, le rette anziché viaggiare dritte per la loro strada senza incrociare nulla, possano unirsi in una curva. Ne consegue che questo strano (e perfetto) Universo in cui siamo calati abita in un segno che ci invita a guardare le cose da punti di vista diversi, accogliendo i calcoli di Euclide e il potere dell’immaginazione di Reimann, oltre che dell’autore del bellissimo articolo. A me ha fatto unire tutti i punti e ho pensato a una curva più semplice: il sorriso. Quello che mi appare spontaneo quando scrivo (roba lunghissima come questa), quando entro in palestra (la mia seconda casa, dove il Mister mi fornisce la scintilla per pensieri come questo) e infine quando torno alla mia prima casa, da mia madre. Le tre età della donna, Gustave Klimt
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Alessandra NennaSogno. Archivi
Gennaio 2024
HomeVoce ai personaggi (il podcast del romanzo)
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