Seconda lezione dal balcone di casa nella mattina di Pasqua.
Sono qui da oltre un'ora. Volevo semplicemente rilassarmi al sole, ma è stato praticamente impossibile. È proprio vero che è sufficiente stare fermi in un punto per vedersi passare davanti tutta l'umanità. La prima cosa a raggiungermi ovviamente è stata la musica (si è passati da Zarrillo alla tigre di Cremona) che tuttavia non riesce completamente a sovrastare il cinguettìo gioioso, decisamente più gradevole della litania triste che si diffonde da un angolo della strada e che dovrebbe inneggiare al dì di festa (ma ci torno dopo). Vedo parecchia gente in giro. Gli uomini, forse per sfuggire alle quattro mura casalinghe e alle mogli che ora conoscono meglio, improvvisano una riparazione urgente all'auto (dove dovranno poi andare?). Un signore nel palazzo accanto rimprovera un altro a passeggio col cane senza mascherina che dialoga amabilmente con un passante senza rispettare le distanze di sicurezza. Iniziano a battibeccare e quello senza mascherina ne asserisce l'inutilità e la sua assoluta libertà di pensiero e di azione. L'uomo sul balcone tace e dopo un po', sparge auguri agli altri condomini. Lui è uno che non si arrende. La signora del piano superiore al suo invece, prende a spargere su tutti noi la polvere e gli acari dei suoi tappeti (è pur sempre un dono) facendo innervosire l'inquilino sulla mia testa. "Signora, ma potrebbe anche guardare prima!" Risentita forse perché scoperta, la signora ribatte: "Ma è pulito!". Mi fa pensare che forse è vero che il tappeto sia pulito, ma allora quanti gesti inutili facciamo durante una giornata? Per riflesso incondizionato un signore, due palazzi più giù, si muove frettoloso col suo aspirapolvere. Forse teme che gli acari siano stati portati fino a lui. Intanto da un balcone del palazzo di fronte le parole di una messa recitata con l'ausilio di altoparlanti si mescola al resto e cerca di sovrastarlo senza successo. infatti, beffa del caso o forse perché il messaggio è sempre lo stesso, ma sceglie fantasiosi mezzi, un Celentano dei primi Sessanta intona "Pregherò, per te! Che hai la fede nel cuor". Ora, senza screditare nessuno, perché mi sono pure presa la benedizione finale che ricambio, la canzone mi è sembrata più vitale, incisiva e "leggera". Di questa mia nuova suggestiva immersione nella natura avevo però sottovalutato quello che credevo appunto trascurabile, ovvero l'incapacità di gestire il rapporto con gli insetti. Non sopporto di sentirli addosso. Sì, lo so, non possono farmi nulla, eccetera eccetera, ma è più forte di me. Avevo sentito svolazzare qualcosa sulla testa, ma credevo che agitare il braccio a caso avesse fatto da deterrente. Fino a quando ho sentito qualcosa che si muoveva tra i capelli che nel passare la mano ho urtato e fatto scivolare via. Era un incrocio tra uno scarafaggio e uno scarabeo che tuttavia non ho fatto in tempo a mettere a fuoco perché sono saltata dalla sedia e scappata via con un urlo. L'esserino dopo un momento di smarrimento identico al mio è volato via. Dalla seconda e ultima lezione sul balcone è tutto. Ho capito che tutti abbiamo bisogno di farci udire (anch'io dopotutto affido i miei pensieri a questa pagina) e tutti parliamo contemporaneamente convinti di avere più diritto e ragione. Il segreto sta forse allora nel saper tacere. Viva la tolleranza e pure le zanzariere.
2 Comments
Mina
4/12/2020 13:57:37
Mattinata un po' movimentata , però ti ha dato modo di osservare e sentire cose che se fossi stata nella tua stanza non avresti visto e sentito.ps per la prossima seduta al sole munisciti di una rete di protezione per gli insetti
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Alessandra
4/17/2020 10:49:29
ahahah è un'idea. ;)
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Alessandra NennaParlo e scrivo dal basso. Archivi
Gennaio 2024
HomeVoce ai personaggi (il podcast del romanzo)
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