Questa giornata potrebbe sintetizzarsi con una frase: di quella volta che capii che il misogino Konrad Lorenz c’aveva preso. Ora, non ho valide prove che misogino lo fosse, ma uno che attraverso l’idea dell’imprinting cercava di spiegare il perché dei comportamenti animali – e l’essere umano lo è a volte più di tutti -, è evidente che avesse un problema irrisolto con qualche donna; chissà, forse a partire dalla propria madre. Personalmente ho odiato il fondatore dell’etologia moderna a causa di una insegnante delle scuole medie che ci obbligava a vedere Quark all’ora di pranzo e a trarne dei riassunti. Motivo per il quale nutro un risentimento giustificato per tutta la famiglia Angela incluse le prossime tre generazioni. Eppure il fantasma dei Natali passati e quello di Konrad Lorenz devono essersi dati appuntamento questa mattina a casa di una delle mie amiche storiche per mostrare, a distanza di decenni, che soggiace ai comportamenti una “grammatica universale” che, indipendentemente dalle specie osservate, unisce sotto l’elgida delle relazioni sentimentali i generi maschile e femminile. Tutto è iniziato dall’entusiasmo della bimba di casa che ha dato notizia della schiusa delle uova. “Che uova?”, ho chiesto perplessa ricordando la singletudine rassegnata di Pippo, il pappagallo. Ho così appreso in un solo passaggio che il precedente Pippo ha tirato le penne prima dell’estate lasciando un vuoto emotivo che solo un nuovo amico alato avrebbe potuto colmare. È così arrivata Cocca, più timida e timorosa, ma anche più frustrata. Svolazzava nervosa e tirava beccate di carta che se fossero stati piatti di porcellana avrebbe distrutto tre corredi elisabettiani completi. Un simpatico vicino, nonché allevatore di questa razza, ha così spiegato che Cocca sentiva il bisogno di un compagno e ha regalato alla mia amica un elegante esemplare maschio, erede (solo nel nome) del compianto Pippo. (Pausa con interrogativo aristotelico. Se il vicino di casa amico degli animali sta a Cocca come l’Universo a me quando voglio trovare parcheggio, basterebbe - per vedere comparire un fidanzato decente -, trasformarsi in una psicopatica che strappa fogli e cartoni dal bidone della raccolta differenziata?). Tornando al presente e alla relazione in esame, pare tuttavia che i primi mesi di convivenza tra Cocca e Pippo non abbiano sortito emozioni e risultati. Eppure oggi i due pappagalli covavano premurosi ben tre piccole uova, di cui due schiuse nelle ore precedenti. Di più. Nel momento in cui mi sono avvicinata curiosa sbirciando l’alcova, un piccolo becco si è fatto avanti. Uscendo allo scoperto, si è infine impettito sul trespolo. Pippo, mi ha detto l’amica, indicandone i colori di un azzurro principe. Ci piace questo maschio che si impone a difendere la nidiata, ho pensato. Questione di secondi e Cocca lo raggiunge abbandonando i piccini (madre degenere, mi sono detta). Inizio a scattare foto mentre li osservo intenerita. Lei si avvicina a Pippo in cerca di tenerezze. Il mio cuore provato non ce la fa e si scioglie. Continuo a immortalare le sequenze. Solo in un secondo momento, riguardando gli scatti, analizzo che la postura iniziale di Cocca è piuttosto simile a quella di un segugio che punta la preda. “Cosa vuole questa pollastrella oltre le sbarre”, sembra chiedersi. E poi, come una qualunque femmina che sente minacciato il proprio territorio, lo marca. Pippo invece non ha proprio offerto il fianco a queste menate di donne ed è rimasto tranquillo. Gli si chiedeva di difendere il nido e la prole. L’ha fatto.
La squilibrata che gli ha piazzato davanti la fotocamera? I soliti paparazzi, si sarà detto. Quale insegnamento vogliamo trarne dunque, noi femmine della sottospecie umana? Che, se pure divorate dal desiderio, mai mostrarsi bisognose. Tantomeno cedere subito al primo maschio che bussa al vostro nido. Avete una vita sentimentale meno appagante della pappagallina Cocca? Tranquilli, anch’io. Dovevi proprio farlo notare alla vigilia di Natale, di un 2020 con una pandemia non del tutto risolta? Certo, perché sarebbe potuta andare peggio. Saremmo potuti essere Pippo. Quello prima. Single e nel paradiso di Konrad Lorenz.
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Alessandra NennaParlo e scrivo dal basso. Archivi
Gennaio 2024
HomeVoce ai personaggi (il podcast del romanzo)
La storia c'è. Facciamone un romanzo vero Il libro c'è. Voi? 0,18181818 Il titolo che vorrei Rinunce Rapsodia, insieme per resistere. Scrivendo La settimana della "Revolution" Lettere dal passato 1001. Traguardi e nuove partenze OMG... L'ho fatto davvero Sottolineatevi... in verde Storia di una matita rosso-blu... e una gomma Matematica e profumi Il talento On LifeCome ti aggiorno il CV: a voce
La misura dell'amicizia Parco della lavanda, una prospettiva unica Tema, la fede La mamma dei miracoli Cara amica mi scrivo Elogio della lentezza Guerriere senza veli La felicità è un muscolo Pippo e il paradiso di Konrad Lorenz Svegliarsi... altrove Quando il web parla della tua vita Ri-conoscere il passato per dirgli grazie I grassi (saturi) vanno ignorati Amore: un amico speciale che si rinnova ogni tre giorni Alle radici della narrazione A scuola di tolleranza A lezione sul balcone Che un profumo vi annunci Non Ciao, ma Ti vedo dimagrita Ho perso le parole La chiave della felicità Un giorno forse torneremo qua I miei ex fidanzati (immaginari) Scrivere a Babbo Natale Avete tempo per una buona notizia? Dieci cose di me Giardini d'infanzia Gli sguardi dell'Amore Una radio sintonizzata sul futuro C'è molto di te in me Trova le parole per me La blue girl della mia infanzia Gente arcobaleno Venti non anniversari e una valigia senza peso BlogDrusilla, l'unicità dietro la maschera
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