Mia madre faceva la maestra. La ricordo di sera, dopo cena, china sullo stesso tavolo dove poco prima c’erano i nostri piatti, a correggere i compiti dei suoi alunni. Non usava la penna rossa per evidenziare gli errori, li sottolineava invece con un pastello verde chiaro, come le prime timide foglie di primavera.
Una di quelle sere che non avevo sonno e mi piaceva starle accanto a leggere Topolino, le chiesi perché quel colore invece del rosso che usavano tutte le altre maestre. Mi rispose senza alzare la testa da quei fogli: «È che nelle cose degli altri devi entrarci in punta di piedi, specialmente quando hai il compito di correggerne gli errori. Il rosso è un urlo, un’accusa alla quale non si può replicare. Dice “Tu hai sbagliato!” con il dito puntato contro. Il verde è gentile, come una piantina che cresce e per farlo ha bisogno di sostegno. Il verde non demolisce, sostiene». (Milena Maggio) Questo aneddoto è meraviglioso perché offre diversi spunti di riflessione. Intanto sui maestri. Chi sono i maestri della vostra vita, se ne avete? A chi attribuite questo ruolo? La parola “maestro” oggi è inflazionata. Maestro è colui che si è speso per quasi o tutta la vita nell’apprendere i segreti di un’arte e la padroneggia al punto da poterla insegnare. Solitamente sono persone di animo nobile, la cui prima virtù è una inconsapevole modestia. Mentre scrivo ho in mente tra tutti la mia maestra elementare, la signora Tarantino e Vito Attolini, giornalista e critico cinematografico. Li associo perché la prima ha il merito imperituro (insieme a mia madre che mi ha insegnato ad articolare le parole) di avermi donato le fondamenta, i pilastri della sintassi di questa lingua sempre affamata di parole giuste; il secondo perché quando ho cercato timidamente di capire cosa fosse il Cinema, me ne ha parlato in maniera così semplice, che mi sono sentita proprio come una scolaretta elementare. Vito Attolini è stato uno dei pochi critici cinematografici che abbia saputo parlare e scrivere in maniera trasversale, così democratico che il suo eloquio si rivolgeva contemporaneamente ai suoi pari, i criticONI (come mi piace sempre definirli ironicamente), e al pubblico più vasto. Intellettuale e gentiluomo. Poi ci sono i maestri del quotidiano, e potremmo esserlo un po’ tutti ogni qual volta siamo in grado di far luce in angoli bui nelle vite degli altri; luoghi in cui, da soli, non avrebbero guardato. Ieri in palestra, durante una pausa, si parlava della dipendenza del fumo che ovviamente sarebbe auspicabile non avere se si vuole praticare un’attività sportiva che necessita di grandi quantità di ossigeno e un cuore in grado di sostenere la fatica. Ho pensato a quanto sia criticONA anch’io nei confronti dei fumatori, e non solo. L’istruttore dice, poco prima che andassi via, che gli era venuta in mente una storia che parlava di una maestra e degli errori sottolineati con una matita verde, anziché con la classica rossa. Mister Rosario è un maestro per esempio, perché ti illumina le parti del corpo da allenare con rimandi che sollecitano l’emisfero sinistro del cervello col risultato che perdi l’equilibrio ed esci dalle sue lezioni come se fossi sempre ubriaco. Ed eccomi qua. A riflettere su quanto ognuno di noi usi sempre una matita poco indulgente con gli altri, puntando il dito su debolezze e mancanze. Dovremmo “entrare in punta di piedi” cercando nello specchio che l’altro è per noi, lo stesso tallone d’Achille. Forse abbiamo bisogno di perdonare in primis noi stessi, per quelle volte in cui siamo inflessibili, ma sbagliamo al pari, oppure ci attribuiamo scarso valore e non accettiamo incarichi e sfide perché non ci sentiamo pronti e all’altezza del compito. Quindi sottoliniamo in verde gli errori, nostri e altrui, firmiamo un lasciapassare che inviti gli altri a migliorare, ognuno nel suo Tempo. E se la vita fosse solo un gioco in cui siamo chiamati a misurare il coraggio e il peso di una compassionevole condiscendenza, ma alla fine saremo premiati tutti lo stesso? Da qualche tempo coltivo l’idea che quando avremo completato i nostri giorni su questa Terra riusciremo a vedere l’insieme di quelli vissuti come racconti tenuti insieme da tanta magia e pochissimi insegnamenti. Non mi aspetto un giudizio o una rivelazione finale, perché credo che la Vita non voglia insegnare nulla a nessuno se non a farsi vivere, per godersela al massimo. Come diceva qualcuno più bravo di me, “ogni giorno è solo un altro giro di giostra”.
8 Commenti
Ros
11/5/2019 20:55:51
Meravigliosa
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Alessandra
11/5/2019 20:57:21
Grazie Ros :*
Rispondi
Rita
11/5/2019 22:13:41
Fantastica!
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Alessandra
11/5/2019 22:36:42
Fai pure Rita ;)
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Grace
11/5/2019 22:54:32
Profonda! Sempre bello e appassionante leggerti!
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Alessandra
11/6/2019 09:13:24
Questo nome sul blog dona grazia in tutti i sensi. Grazie per averci pensato 😘
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mina
11/6/2019 09:52:36
Il bello è,che da un ricordo riesci a scrivere cose che fanno riflettere.Bellissima
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Alessandra
11/6/2019 10:46:01
Grazie <3
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Alessandra NennaParlo e scrivo dal basso. Archives
Giugno 2022
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